venerdì 24 febbraio 2017






Le api imparano per imitazione

Le api, come alcuni mammiferi e uccelli, imparano dai propri simili a usare strumenti per risolvere problemi complessi, e non è solo imitazione



È noto da diverso tempo che, oltre all’essere umano, le scimmie, i mammiferi acquatici e alcuni uccelli sono capaci di imparare a usare nuovi strumenti per raggiungere uno scopo. Questa abilità viene oggi estesa anche ad alcuni invertebrati. I ricercatori della Queen Mary University di Londra hanno pubblicato su Science uno studio in cui dimostrano che le api sono in grado di risolvere problemi complessi per ottenere una ricompensa, imitando e soprattutto migliorando il comportamento dei propri simili.
“Il nostro studio” dichiara Lars Chittka, co-autore della ricerca, “mette fine all’idea che l’avere un cervello piccolo limita la flessibilità comportamentale degli insetti, costringendoli solo a semplici capacità di apprendimento”.
Utilizzando delle finti insetti di plastica, i ricercatori inglesi hanno addestrato alcune api (vere stavolta) a spostare una pallina gialla al centro di una piattaforma. Solo a operazione compiuta le api avrebbero avuto accesso a una soluzione zuccherina.
Fin qui si è dunque trattato di confermare la capacità di questi insetti di apprendere un comportamento per imitazione. Le cose hanno cominciato a farsi interessanti quando il team di ricerca ha osservato il comportamento di api non addestrate in tre situazioni differenti.
Un primo gruppo di api non addestrate è stato inserito in un contesto sociale, cioè ha avuto modo di osservare altre api, precedentemente addestrate a spostare la pallina, e di apprendere la tecnica per raggiungere la ricompensa dai propri simili.
Un secondo gruppo, invece, ha avuto un maestro fantasma: i ricercatori hanno mostrato alle api dove spostare la pallina grazie all’utilizzo di un magnete. Il terzo gruppo di insetti, invece, è stato lasciato allo sbaraglio, con la pallina già posizionata al centro della piattaforma.
Questa serie di test ha dimostrato che per le api è sufficiente osservare la tecnica poche volte per farla propria e metterla in pratica: anche se le api del primo gruppo sono state le più efficienti e le più rapide a risolvere il problema, anche gli insetti del secondo gruppo sono riusciti a raggiungere la ricompensa. Le api del terzo gruppo che non avevano avuto nessuna dimostrazione sono state quelle in maggiore difficoltà, invece.
Per complicare un po’ la situazione, gli scienziati hanno anche effettuato dei test sui tre gruppi mettendo più palline all’interno della piattaforma, due più vicine all’obiettivo e una più lontana. Le api del primo gruppo, quelle che hanno potuto imparare dalle api già addestrate, hanno assistito sempre allo spostamento della pallina più lontana verso il centro della piattaforma. Questo perché le api insegnanti erano state allenate appositamente così dai ricercatori, che avevano incollato le palline più vicine in modo che non potessero essere spostate. Eppure le api del primo gruppo non si sono limitate a imitare il comportamento delle compagne ma, poiché prive del condizionamento dell’addestramento, si sono dirette alle palline più vicine all’obiettivo.
“Le api hanno risolto il compito in un modo differente rispetto a quanto era stato loro mostrato, suggerendo che le api osservatrici non abbiano semplicemente copiato il comportamento delle loro simili, ma lo abbiano migliorato” spiega Olli J. Loukola, principale autore dello studio “Questo dimostra un’impressionante flessibilità cognitiva, specialmente per un insetto”.